sabato 25 agosto 2007

Giza: piramidi e sfinge, Giza: pyramides et sphinx, Giza: pyramids and Sphinx



La testa della Sfinge è larga 4 metri.



Saqqara

Saqqara, la piramide a gradoni di Djoser.


Mi sembra arduo descrivere in due parole Il Cairo, la civiltà egizia, le piramidi, cioè una delle culle della civiltà. Al loro massimo splendore, Roma non era neanche un embrione.
Ho visitato il Cairo, inquinato da migliaia di auto e da bus vecchissimi, il museo egizio (che da solo vale un viaggio in Egitto), Saqqara e Giza. Il museo è forse il più interessante che abbia mai visto. La maggior parte dei reperti provengono dalla tomba di Tutankhamon con la sua famosa maschera d'oro e il suo sarcofago. E le piramidi, che già si intravedono tra lo smog, svettano enormi e maestose.
La Sfinge e le grandi piramidi di Giza, che si trova a sinistra del Nilo, sono diventate il simbolo stesso dell'Egitto e della sua storia milleneria. Nessun viaggio in terra d'Egitto si può definire completo senza una visita a questi monumenti.
Per evitare di essere delusi a un primo sguardo, va ricordato che attualmente non si trovano più in mezzo al deserto, ma a pochi chilometri dalla periferia del Cairo.
La Sfinge é lunga 72 metri, alta 18 e ha il corpo a forma di un leone e la testa di un uomo del Faraone Chefren. E' rivolta verso est dove sorge il sole.

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Il me semble difficile de décrire en deux mots Le Caire, la civilisation égyptienne, les pyramides, un des berceaux de l'humanité. A l'apogée de leur splendeur, Rome n'était qu'un embryon.
J'ai visité Le Caire, pollué par des milliers de voitures et bus très vieux, le musée égyptien (qui vaut à lui tout seul un voyage en Egypte), Saqqara et Gizé. Le musée est peut-être le plus intéressant que j'aie jamais visité. La majeure partie des objets provient de la tombe de Toutânkhamon, avec son fameux masque d'or et son sarcophage. Et les pyramides, que l'on peut apercevoir à travers le smog, se dressent majestueuses et imposantes. Le Sphinx et les pyramides de Gizé, qui se trouve à gauche du Nil, sont devenus le symbole même de l'Egypte et de son histoire millénaire. Aucun voyage en terre d'Egypte ne peut se définir comme complet sans une visite à ses monuments. Pour éviter d'être déçu au premier regard, il convient de rappeler qu'actuellement, à cause de l'expansion du Caire, les pyramides ne se trouvent plus au milieu du désert, mais à quelques kilomètres de la périphérie de la ville. Le Sphinx est long de 72 mètres, haut de 18 et a un corps en forme de lion et la tête d'homme du pharaon Chefren. Il est tourné vers le levé du soleil.

mercoledì 15 agosto 2007

Amedeo Guillet, il Lawrence d'Arabia Italiano. Amedeo Guillet, le Lawrence d'Arabie Italien. Amedeo Guillet the Italian Lawrence of Arabia.



La copertina del libro scritto da Sebastian O'Kelly.

Amedeo Guillet sembra più conosciuto in Inghilterra che in Italia. Eppure la sua epica storia è tutta italiana. Nato a Piacenza nel lontano 1909, intraprende la vita militare e diventa ufficiale di cavalleria. Nel 1935 mentre si sta allenando per le Olimpiadi di Berlino con la squadra ippica, decide di partire volontario per la guerra d'Etiopia. Non è di stampo fascista ma il senso del dovere e il patriottismo hanno il sopravvento. Sarà l'inizio di una avventura che durerà quasi otto lunghi anni di peripezie.
Nel 1938 promosso tenente dei “Cavalieri del Monferrato”, è inviato in Eritrea dove, dopo aver conosciuto Khadija, sotto comando del duca Amedeo d’Aosta, forma il “Gruppo Bande a Cavallo dell'Amhara” composto da circa 1500 ascari di varie etnie del Corno d’Africa, col quale si distinse per alcune eroiche vittorie. Tra tutte quella più importante è forse quella del gennaio 1941, quando, a Cherù, in Eritrea, la cavalleria di Amedeo Guillet caricò una formazione di carri armati inglesi armati, la "Gazelle Force", di sole spade, pistole, fucili e bombe a mano. Carne contro acciaio: tra morti e feriti persi 800 uomini. In primo attacco cadde il tenente Renato Togni, di Frosinone. Togni si accorse che il grosso delle truppe italiane stava per essere aggirato; allora caricò la colonna inglese con trenta suoi "marescialli" per rallentare la marcia del nemico e nel frattempo invio un messaggio a Guillet. Tutti e trentuno furono uccisi nella carica con solo fucili e bombe a mano, ma il loro sacrificio permise a Guillet di sottrarsi all'accerchiamento. Pare che sia stata l'ultima carica a cavallo subita dall'esercito inglese.
Aprile 1941, Africa Orientale, mentre le truppe britanniche entrano vittoriose ad Asmara l'esercito italiano è costretto alla ritirata. Nel caos generale gli Ascari disertano, i civili fuggono dove possono. Il giovane ufficiale italiano il tenente Guillet, rimasto solo con un centinaio di Ascari a cavallo decide di non arrendersi. Continua la sua guerra personale. Gli Inglesi mettono sulla sua testa una taglia di mille sterline oro, vivo o morto. Tolta l'uniforme militare, il tenente indossa il turbante e la futa tipici dell'abbigliamento abissino. Impara l'arabo alla perfezione andando a studiarlo nelle scuole coraniche insieme ai bambini. Due anni dopo, a causa dell’avvicinarsi degli inglesi, e per le ferite e le febbri malariche contratte, il “tenente diavolo”, com’era stato soprannominato, è costretto alla fuga in Yemen. Gettato a mare durante il passaggio avuto da contrabbandieri, a nuoto ritorna in Eritrea insieme ad un suo amico fidato. Qui si ritrova a vagare nel deserto, dove è salvato da un pastore da morte certa. Dopo varie perepezie, riesce finalmente a raggiungere lo Yemen neutrale e amico dell'Italia. Grazie alla fortuna, che non gli mancò mai, viene accolto dal Capo locale, il quale lo difende e lo nasconde dagli inglesi sotto il nome di Ahmed Abdallah Al Redai, offrendogli persino il posto di istruttore delle sue guardie a cavallo. Si imbarca in incognito su una nave della Croce Rossa che rimpatria i feriti italiani, contro la volontà della famiglia reale yemenita. Una volta arrivato in Italia, Guillet chiede soldi e uomini per continuare la battaglia nel Corno d'Africa e raggiungere il suo esercito. Arriva l'8 settembre e tutto cambia. Gli inglesi sono diventati alleati. Guillet inizia allora la carriera nei servizi segreti, chiamati “Servizio Informazioni Militari”.
Dopo la sconfitta della monarchia e la vittoria della Repubblica nel Referendum del 1946, Guillet entra nel corpo diplomatico, dove rappresenterà l’Italia in Egitto, Yemen, Giordania, Marocco sino a raggiungere il grado di ambasciatore in India.
Oggi Amedeo Guillet ha 98 anni e vive in Irlanda.

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“A Brindisi (Guillet), incontrò ad una mensa alleata due degli ufficiali britannici che gli avevano dato la caccia in Eritrea. "Che fortuna non avervi incontrato allora!" dissero cavallerescamente alzando il bicchiere alla sua salute. "Che fortuna per voi, forse. Che disgrazia per me, di certo!" rispose con amarezza il Tenente Colonnello Guillet”.
Indro Montanelli, Gli incontri.

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Su Amedeo Guillet è uscita una biografia scritta da SEGRE, e una da O' KELLY.
Entro la fine di quest’anno 2007 è invece prevista l’uscita di un film, con la regia di E. Winspeare.
 IL FILM NON SI FARA' PIU' (10.12.2007)

FOTO: La copertina della biografia in lingua inglese di Guillet, scritta da Sebastian 'O Kelly, che raffigura in primo piano la bellissima Khadija.

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Amedeo Guillet est plus connu en Angleterre qu’en Italie. Pourtant, son histoire épique est surtout italienne. Il naquit à Piacenza en 1909, entreprend la vie militaire et devient officier de cavalerie. En 1935, pendant son entraînement pour les Jeux Olympiques de Berlin avec l’équipe hippique, il décide de partir pour la guerre d’ Éthiopie en tant que volontaire. Il est politiquement neutre mais le sens du devoir et le patriotisme ont le dessus. Ce sera le début d’une aventure qui durera presque huit longues années de péripéties. En 1938, élevé au rang de lieutenant des « Cavalieri del Monferrato », Amedeo est envoyé en Érythrée où, après avoir connu Khadija, sous le commandement du duc Amedeo d’Aosta, forme le « Gruppo Bande a Cavallo dell’Amhara », composé d’environ 1500 soldats de diverses ethnies de la Corne de l’Afrique, avec lequel il se distingua par des victoires héroïques. Parmi celles-ci, la plus importante fut celle qui se déroula en janvier 1941, quand, à Cherù, in Érythrée, le groupe de Guillet attaqua un groupe de tanks anglais, la "Gazelle Force", armés simplement d’épées, de pistolets et de bombes à main.
En avril 1941, en Afrique orientale, pendant que les troupes britanniques rentrent victorieuses à Asmara, l’armée italienne est contrainte à se retirer. Dans le chaos général, les troupes coloniales désertent, les civils fuient où ils peuvent. Le jeune officier italien, le lieutenant Amedeo Guillet, resté sel avec une centaine d’hommes à cheval décide de ne pas se rendre. Il continue sa guerre personnelle. Les Anglais mettent à prix sa tête. Enlevé l’uniforme militaire, le lieutenant endosse le turban et la « futa », typiques de l’habillement abyssin. Il apprend la langue arabe à la perfection, en allant étudier dans les écoles coraniques avec les enfants. Deux ans plus tard, à cause de l’approche des Anglais et affaibli par des blessures et les fièvres paludismes, l’homme, surnommé le lieutenant « diable » prend la fuite vers le Yémen. Jeté à la mer durant le voyage, organisés par des contrebandiers, il arrive à la nage à destination accompagné d’un ami fidèl. Il se retrouve alors à vaquer dans le désert yéménite, où il fut sauvé par un pasteur d’une mort certaine. La chance, qui ne lui manquât jamais, le porta vers le chef local par lequel il fut accueilli et qui le défendit et le cachât des Anglais sous le nom d’Ahmed Abdallah Al Redai, lui offrant même le poste d’instructeur des gardes à cheval. Il s’embarqua alors incognito sur un bateau de la Croix Rouge Italienne qui ramenait vers la patrie des militaires Italiens blessés, contre la volonté de la famille royale Yéménite. Une fois arrivé en Italie, Guillet demanda un financement et des hommes afin de rejoindre son armée et de continuer la bataille dans la Corne d’Afrique. Mais les temps avaient changé : après le 8 septembre 1943, lorsque les Italiens se sont rendus, les anglais étaient devenus des alliés. Guillet commença alors une carrière dans les services secrets, appelés « Servizio Informazioni Militari ».
Après la défaite de la Monarchie et la victoire de la République suite au référendum de 1946, Guillet rentre dans le corps diplomatique, où il représentera l’Italie en Égypte, Yémen, Jordanie, Maroc jusqu’à rejoindre le grade d’ambassadeur en Inde.
Aujourd’hui, Amedeo Guillet a 98 ans et vit en Irlande.
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“A Brindisi, Guillet rencontra dans une cantine alliée, deux officiers britanniques qui lui avaient donné la chasse en Erythrée. « Quelle chance de ne pas vous avoir rencontré à ce moment-là ! » dirent les deux officiers levant leurs verres à sa santé. « Quelle chance pour vous, plutôt. Et quel malheur pour moi ! » répondit avec amertume le lieutenant colonel Guillet. »

Deux biographies ont été écrites sur Amedeo Guillet : l’une par SEGRE et l’autre par O’KELLY. Avant la fin de cette année 2007, la sortie d’un film est prévue, sous la régie de Winspeare.
PHOTO: La couverture de la biographie, écrite par Sebastian O’Kelly, qui représente en premier plan la belle Khadija.

martedì 7 agosto 2007

La nuova bandiera, Le nouveau drapeau, The new flag


Finalmente il nuovo Tricolore si lascia accarezzare dal vento etiope.
Finalement, le nouveau drapeau tricolore se laisse caresser par le vent éthiopien.
Finally, the new italian flag can fly again in the ethiopian wind.


L'alzabandiera con il guardiano e Gebre che ci immortalava. Più tardi è passata un fuoristrada delle UN con dei graduati Indiani a bordo. Peccato potevo fare qualcosa di più.
Gebre immortalise le lever des couleurs. Plus tard, une voiture des Nations Unies avec à son bord des gradés Indiens est passée pour une visite.
Gebre is taking a photo of the new flying flag. Later, a car of the UN with Indian officers came to visit the cemetery.

Tolta la vecchia bandiera, stò montando quella nuova appena ricevuta dall'Ambasciata d' Italia di Addis Abeba.
Enlevé l'ancien drapeau, je monte, avec l' aide du gardien, le nouveau que nous venons de recevoir de l'Ambassade d'Italie.
I'm replacing the old flag with the new one just received from the Italian Embassy.
Un tratto della pessima pista per raggiungere il cimitero. A detta del guardiano esiste una altra possibilità per arrivarci, passando vicino al nuovo complesso Don Bosco. Ho voluto provarci: peggio che andar di notte.
Un morceau de la piste pour rejoindre le cimetière. Le gardien m'a indiqué un autre moyen d'y arriver, en passant à côté du nouveau édifice de Don Bosco. J'ai essayé mais ce fût pire.
A piece of the track to join the cemetery. The guardian indicated me another way to arrive there: I tried but it was worse.


Il cartello posizionato all'inizio della strada asfaltata.
Le panneau positionné au début de la route bétonnée.
The road sign at the beginning of the asphalted road.



Foto satellitare del cimitero militare, sulla sinistra. Invece sulla destra è posizionato il cimitero civile cattolico, con la chiesetta al centro.
Photo satellite du cimetière militaire (à gauche) et du cimetière civile (à droite).
Satellite photo of the italian war cemetery (on the left side) and the civil one (on the right).

giovedì 2 agosto 2007

Acconciature Tigrigne, Les coiffures du Tigray, Tigray hairs style.



Rare le donne che portano una croce nei capelli.

Notare come ogni bambina ha una acconciatura differente.

I lunghi capelli crespi vengono intrecciati da mani esperte. Il lavoro dura qualche ora con una modica cifra. Tutte le donne del Tigray dalle più giovani, amano moltissimo acconciarsi i capelli nei più svariati modi. Spero presto di assistere ad una di queste sedute dal "parrucchiere" per poter fotografare le varie fasi. E come brillantina o gel, come si chiama oggi, fanno uso di burro, ma non sempre. Le donne cittadine ne fanno meno uso che le quelle provenienti dalle campagne. Il burro da un colore brillante, luminoso; qualche volta, però l'odore...è un po forte, specialmente nella stagione calda. Comunque sono delle autentiche sculture con decine di varianti.

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Les longs cheveux crépus sont tressés par des mains expertes. Le travail dure quelques heures pour une somme modique. Toutes les femmes du Tigrai dés leur jeunesse, aiment beaucoup arborer les coiffures les plus diverses.
J'espère pouvoir assister bientôt à une de ces séances chez le « coiffeur » pour pouvoir photographier les différentes phases. Et en guise de brillantine ou de gel, comme on les appelle aujourd'hui, elles utilisent du beurre, mais pas toujours. Les femmes citadines l'utilisent moins que les femmes venant de la campagne. Le beurre donne une couleur brillante, lumineuse ; quelque fois, par contre, l'odeur est trop forte, spécialement durant la saison chaude. Mais ce sont d'authentiques sculptures avec des dizaines de variantes.