domenica 18 marzo 2007

La rotta storica, da Addis Abeba a Macallè. La route historique d' Addis Abeba à Macallè. The historical route from Addis Abeba to Macallè.



 
 
 Mandria di zebù al pascolo.


Ponte costruito dagli italiani nel 1936. Ancora in perfetto stato di conservazione.


 
 Pastore. Berger. Shepherd.

 La città di Debre Sina, a quota 2919 metri, importante centro, anche durante l'occupazione italiana, con la posta, infermeria, telefono, ristoranti "Trattoria La Toscana", Albergo Gondrand.

 Il famoso tunnel "Mussolini" (o Termabèr) lungo 587 metri ed inaugurato nel 1938. E' l'opera più importante su tutto il percorso da Asmara ad Addis Abeba.
 
 Sui monti del Termabèr fa freddo...

 Il tracciato diventa sinuoso con lunghe discese e  strette curve.

 Capre e babbuini "Gelada" ormai pascolano insieme. Si è spezzata la sottile linea che delimitava le zone dei pascoli. I pastori spingono sempre di più le loro mandrie nei territori abitati dalla fauna selvatica.

 Esemplare maschio di babbuino "Gelada" visto al Passo di Termaber.

La vegetazione autoctona è stata abbattuta per far posto a zone agricole e sostituita con eucalipti.

La pulitura delle lenticchie per fare lo "scirò".

 Capanne in montagna: sotto la stalla per gli animali e sopra l'abitazione.

Viaggio interessante...la strada si snoda tra colline, montagne, altopiani e vallate, tutto da ammirare. Attraversa villaggi dove tutto sembra fermo a parecchi anni fa. Segue lo stesso percorso che fu tracciato quasi 70 anni fa da i nostri nonni durante l'occupazione coloniale. Arriviamo al Passo Termaber dove l'Etiopia ci riserva una delle sue innumerevoli sorprese: una fitta nebbia ed un branco di babbuini "Gelada" con il petto rosso. Fa freddo. ma lo scenario così calmo, tranquillo, ovattato ha una sua magia tutta particolare. Si riprende a scendere tra vallate e pianure e a Debra Sina pranzo in un ristorante tipo "camionisti". Tardi nella serata, sotto la pioggia arrivo finalmente a Dessie, città caotica e piena di traffico. Riconosco un po i vecchi fabbricati di stile fascista: la casa del fascio, il cinema, la posta. Per arrivarci ho percorso un tratto di strada abbastanza difficile, in costruzione dai Cinesi, con automezzi del cantiere fermi in mezzo la strada e non segnalati. Buche, precipizi, massi di roccia, fango. Con un po di difficoltà trovo l'albergo consigliatomi. Una frugale cena aspettando un pesce di lago fritto che non è mai arrivato (o bene è arrivato dopo tre quarti d'ora, pagato e non mangiato). Poi letteralmente gettato a capofitto in un letto per un meritato riposo. Dormito malissimo a causa delle zanzare. La mattina presto controllo auto e come al solito trovo una gomma a terra. E via di corsa a trovare un gommista (che per fortuna anche in amarico e in tigrino usano la stessa parola italiana). Tra fango e sporcizia, la ruota viene smontata con il mio cric. La camera d'aria riparata e poi gonfiata a mano poiché non c'era l'elettricità per caricare d'aria un vecchio compressore (residuato di qualche guerra). Una colazione con "bunna" (caffè) e dolce tipo torta della nonna. E poi di nuovo in cammino su una pista di servizio in pessimo stato, senza segnaletica alcuna. E' ben noto che le Ditte costruttrici cinesi, in Africa, non usano affatto segnaletica durante la costruzione di  strade.  Ricordo  una brutta avventura durante il mio ritorno da Lalibela, nelle vicinanze di Woldia; erano le 20.00 ed era buio pesto. La pista era in riparazione da una ditta cinese. Vidi un camion venire in senso inverso, con i fari abbaglianti, che mi si avvicina troppo. Suonai e lampeggiai ripetutamente con i miei fari. Niente da fare. Fui costretto a fermarmi. Per fortuna il camion rallentò la sua corsa e si fermò a qualche metro da me. Era un camion della Ditta cinese, con autista etiope. Scesi per reclamare e mi accorsi che avevo fermato l'auto a poca distanza da uno scavo profondo almeno tre metri...senza segnaletica alcuna...sai che botto se ci finivo dentro.

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