giovedì 8 marzo 2012

La giornata mondiale dell'acqua, Journée mondiale de l'eau, World Water Day

Le donne sono e saranno, con le robuste braccia e le mani callose, le eroine silenziose che disseteranno le  mandrie anche quando le pompe a mano, i pannelli solari e i gruppi elettrogeni cadranno a pezzi per mancanza di manutenzione. Manutenzione: che parola complicata. Il vecchio pozzo tradizionale, anche se dimenticato per un paio di anni, aspetterà silenzioso la sua rivincita e i pastori nomadi ringrazieranno.

Decine e decine di pompe a mano abbandonate. Sono ancora dentro il loro imballaggio originale. Le leve per azionarle pare che sia state "spostate" dal guardiano.
I pistoni delle suddette pompe, anche loro ancora nella cassa del trasporto. Tutto abbandonato e tanto spreco. Poi ci vengono a dire che mancano pozzi e pompe. Ma se quelle donate vengono accantonate nei magazzini. E chi ha contribuito alla spesa, pensa che i suoi soldi sono stati usati bene e che le pompe stanno erogando acqua pulita alle popolazioni bisognose...ma quando mai.
Decine di pompe sommerse nuove abbandonate nei magazzini polverosi dove nessuno ci metterà piede, fino al giorno che cambieranno i capi e allora saranno "spostate" altrove.
Aggiornamento: a settembre 2012  le pompe sono sparite.

Otto gruppi elettrogeni nuovi. Non sono stati installati per la pessima programmazione della distribuzione degli aiuti. Rimarranno li finché entreranno nel cassetto dei "dimenticati",  poi saranno distribuiti tra gli amici o venduti per 4 soldi ad un ricco commerciante. Ed il ciclo continua.


Il 22 marzo del 1992 è stato istituito come giornata mondiale dell’acqua esattamente 20 anni fa dalle Nazioni Unite. E quando si pensa a chi non ha accesso all'acqua potabile, il pensiero vola in Africa. La siccità ormai è un vocabolo che suono come un ritornello ogni anno. E giù aiuti. Su ogni giornale o TV fioccano  articoli e  reportages dalle zone colpite, ormai diventate una costante La solita foto con la donna anziana ( che magari è solo la nonna) che abbraccia un bambino che sta attaccato ad un seno ormai vuoto. A noi in Europa ci fanno la lezione, giustamente, di risparmiare anche qualche goccia d'acqua: il rubinetto che non chiude bene. Chissà quanti di noi si sono fatti commuovere ed abbiamo donato qualcosa alle varie organizzazioni che hanno fatto o andranno a scavare pozzi per dare dell'acqua potabile. Gesto nobilissimo. Ma ci siamo mai posti la domanda se tutto quello donato arriva ai destinatari finali? Cioè alle popolazioni che vivono nella brousse o bush e che soffrono davvero? Qui di seguito qualche foto scattata in giro per l'Africa. Giudicate voi.