domenica 20 ottobre 2013

Gibuti, che posto!



Gibuti, uno dei luoghi più caldi della terra. Landa desolata e arsa da un sole martellante. Tutto scotta, tutto ha l'aria di bruciato e di abbandono. Il piccolo centro storico assomiglia ad un nostro paese mediterraneo. Una grande cloaca a cielo aperto porta le acque nere direttamente in mare, con un profumo di eau de fogne. A dispetto di ciò é sotto gli occhi di tutti l'enorme interesse che hanno alcune nazioni mondiali ad installarsi in zona. Al porto ci sono ormeggiate navi da guerra che battono diverse nazioni. I militari francesi hanno una posizione di tutto rispetto; sono stati i pionieri con basi fortificate, aerei, navi. Gli americani sono arrivati da qualche anno ma subito si sono dotati di grandi mezzi e si notano per il più alto numero di uomini. Non escono quasi mai dalle loro basi super attrezzate per distrarsi. Ma quando escono si notano per i casini che combinano. Giapponesi, spagnoli e tedeschi sono in minoranza. Invece i nostri, circa 80 unità, subito si sono dati da fare. Hanno fondi a non finire per alloggiare e mangiare al più grande e costoso albergo di Gibuti: il Kempinsky un lussuoso 5 stelle. Alla faccia della crisi, tanto paghiamo noi cittadini.
 Inizia la lunga avventura, dopo una settimana di lotte con il menefreghismo più assoluto.
 Desolazione, caldo torrido, squallore.
 Territorio bruciato dal sole, arido, pietraie ovunque, ma ancora riescono a tagliare gli ultimi alberelli; in ogni caso poi arriveranno i : Forestiers sans Frontières.

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