La moschea di Nagashi, forse la più antica di tutta l'Etiopia.
Nagashi Mosque, perhaps the oldest in all Ethiopia.
Nagashi Mosque, perhaps the oldest in all Ethiopia.
Una serata fantastica al Gheralta Lodge con Silvio ed Enrica. Come sempre sono stato accolto a braccia aperte. Ho fatto loro una sorpresa; sono partito da Macallè senza avvisarli. Iniziato il tragitto all'imbrunire non ho potuto ammirare il paesaggio che tanto e' cambiato dall'ultima mia visita in Tigray. Ormai il grano e' maturo ed il teff sta lentamente lasciando il suo colore verde.
Arrivato a Sinkata ( vecchio nome dato al villaggio al passaggio delle truppe italiane nel 1935, oggi di chiama Farawyni) ho potuto ammirare in controluce la moschea e il suo minareto. La luce all'orizzonte era da paradiso dello stesso colore della Cappella degli Scrovegni a Padova. La tentazione di scattare qualche foto e' stata forte. Carpe diem. Passati quei momenti di piacere ho ripreso la pista per Hawsien ridotta un po' maluccio a causa delle passate piogge. Faceva fresco. Chiusi i finestrini ho indossato la mia fedele sahariana compagna di tante campagne africane. Silvio stava nel grande patio intrattenendo i suoi ospiti. Indossava uno "sciamma" coloratissimo a mo' di sciarpa. Tra gli ospiti un tecnico israeliano, incaricato di sensibilizzare gli agricoltori locali a produrre di piu' e meglio...(ma e' sempre la povera gente che deve lavorare di piu', ma perche' non sensibilizzano anche gli impiegati negli uffici?). Ed ancora una ragazza irlandese amante dell'Italia: conosce Roma, Venezia, Firenze ed il gelato. Dopo una cenetta a base di portate italiane ed etiopiche, come succede spesso all'estero, il discorso e' finito sulla politica italiana...ma qui e' meglio passare ad altro... A qualche centinaio di metri dal Lodge, c'è un vecchio cimitero militare di guerra italiano, dedicato al sottotenente Aldo Lusardi, caduto il 5 novembre del 1935 a M. Gundi. Ho dato a Silvio le foto scaricate da internet scattate al momento della composizione del cimitero. Si vedono le croci temporanee in legno ed i nomi dei caduti scritti su pezzi di tavole (suppongo). Inoltre sulle foto si vedono alcuni commilitoni con le pale in mano che forse hanno compiuto l'ultimo gesto pietoso.
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A fantastic evening at the Gheralta Lodge with Silvio and Enrica. As always, I was welcomed with open arms. I surprised them: I left from Macalle’ without letting them know. I started the trip at sundown and could not help but admire the scenery that has changed since my last visit in Tigray. The wheat is ripe and the teff is losing its green color. I arrived in Sinkata (the old name given to the village by the passing Italian troops in 1935 and today called Farawyni) and I admired the mosque and the minaret against the light. The light on the horizon was heavenly and the same color of the Scrovegni Chapel in Padova. The urge to take some photos was strong. Carpe diem. After those few moments of pleasure, I started again on the road for Hawsien that was a bit damaged due to the recent rains. It was cool. I closed the windows and I put on my safari jacket, my trustworthy African companion. Silvio was on the big patio entertaining his guests. One of the guests was an Israeli technician in charge of convincing the local farmers to produce more and better … (it’s always the poor who have to work more, why don’t we convince the employees in the offices?). And an Irish girl who loves Italy: she knows Rome, Venice, Florence and gelato. After a dinner based on Italian and Ethiopian food, as it usually happens abroad, the conversation leaned toward Italian politics… but we should pass on to other things… A few hundred meters from the Lodge there is an old Italian military cemetery dedicated to Lt. Aldo Lusardi, fallen on November 5, 1935 a M. Gundi. I gave Silvio the photos downloaded from Internet taken when the cemetery was started. You can see temporary wooden crosses and the names of the fallen written on pieces of tables (I suppose). Also on the photos you can see some soldiers with shovels that had perhaps just finished the last sad gesture.
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