domenica 17 giugno 2007

Dakar



Monumento al soldato senegalese che ha combattuto al fianco del soldato francese.

Automobilina costruita con filo di ferro.

Place de l' Indipéndence, con traffico impazzito.

L'orologio della Stazione Ferroviaria di Dakar-Bamako.

Treni fermi alla Stazione di Dakar pronti per iniziare il lungo percorso fino a Bamako, Mali.


Artigianato tessile senegalese.

La stazione ferroviaria. Da qui partono i treni che arrivano fino a Bamako, Mali. Le rotaie sono a scartamento ridotto. E' il cordone ombelicale che unisce il Mali, un Paese che non ha sbocchi al mare, al porto più vicino: Dakar. La maggior parte delle merci importate passano dal porto senegalese. E' il comune destino dell'Etiopia che ha la ferrovia a scartamento ridotto che la unisce a Gibuti.

Maschere in legno "invecchiate" per turisti. A Dakar arrivano pezzi di artigianato da tutta l' Africa: dal Mali, Burkina Faso, Nigeria, Costa D'Avorio,Ghana, Mauritania, Guinea. Cercando bene e conoscendo abbastanza l'arte africana, si possono fare dei buoni affari.

L' entrata del mercato Kermel, per la frutta e verdura.

Panorama della costa atlantica.
Minareti.

Un vecchio bus per il trasporto di persone.
Transport en commun.


Simpatiche composizioni di piante ornamentali.

Dipinti su vetro. Questo modo di dipingere é nato in Senegal.


Il Palazzo Presidenziale. The Presidential Palace.

I saporiti manghi del Senegal...deliziosi.


E voilà eccomi catapultato in Senegal.
Dakar ne é la capitale. Ex colonia francese. Il clima è tropicale, ma mitigato dalla vicinanza dell' Oceano Atlantico. Appena sceso dall'aereo si respira un clima europeo impastato a profumi dell' Africa vera. Le gente é alta e slanciata. Mai aggressivi verso lo straniero, ma sempre sorridenti e socievoli. Ci si dà la mano. Se chiedi una informazione in strada, loro per primi allungano la mano per stringere la tua. E poi il profumo del mare, degli alberi in fiore, della frutta; la brezza che mitica il forte caldo. E' il periodo boom dei manghi. Tanti, grandi, profumati, dai colori indescrivibili e dal profumo inebriante...quanto mi siete mancati. Oggi ne ho comperato uno che era grande come una papaia. Deliziosi. Adesso è: mango a colazione, in Mali era: papaia a colazione. Boni li manghi. La città si sta modernizzando. Le vecchie bidonville lasciano il posto a grattacieli o quasi ( non esageriamo). Le strade sono pulite. L 'asfalto non è chiazzato di buche almeno sulle strade principali. Dove é stato possibile hanno piantato alberi. Rotatorie con fontane. Il commercio si svolge sui marciapiedi: dalle venditrici di frutta e verdura al calzolaio, dal barbiere alla signora che ti prepara il caffé, e poi banchetti di materiale elettrico, di pantaloni e camicie, griglie con le brochettes, tessuti, souvenir, giornali. E' un turbinio rilassato di venditori ambulanti i quali osservano i tuoi occhi per carpire anche un minimo interesse alla loro mercanzia, e allora si avvicinano con modi tranquilli e basta un piccolo cenno con la mano per far capire loro se sei interessato o meno. C' é il solito traffico un po' caotico di tutte le città africane. Non si vedono in giro vecchie automobili che impestano l'aria con i loro fumi di scarico. Esiste una legge che vieta l' importazione di mezzi a motore più vecchi di 5 anni. Sono arrivate anche qui le ganasce per le automobili mal parcheggiate ed i vigili urbani sono severissimi.

1 commento:

  1. grande, bellissime le foto! mi sono servite per una ricerca a scuola! grazie! :-)

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